Ormai è countdown per le elezioni che il 25 settembre prossimo daranno al Belpaese il nuovo capo dell'esecutivo. Giorni febbrili per i leader dei partiti, impegnati a pubblicizzare il loro programma e ottenere i consensi per poter governare. Di seguito, elenchiamo cinque idee - proposte lanciate da alcuni connazionali negli scorsi mesi e non inserite in nessun programma politico. Si tratta di proponimenti (non tutti sono collegati direttamente alle funzioni del Parlamento anche se quest'ultimo potrebbe dare una grossa mano)che se attuati potrebbero cambiare radicalmente alcune dinamiche.
Lanciata da Maurizio Landini poco più di un anno fa, parlando di investimenti seri sulla salute e la sicurezza sul lavoro. La patente a punti sarebbe analoga a quella che tutti gli italiani possiedono per guidare una macchina ma riguarderebbe le imprese. In sintesi, il segretario della Cgil, propone che le aziende che non rispettano le regole - sottolinea soprattutto in tal senso gli incidenti sul lavoro ma non solo - riceva sanzioni molto forti che vanno dalla sottrazione di punti (proprio come con i veicoli) alla sospensione delle attività.
Lanciata a più riprese dai familiari di persone morte a causa di malasanità. La proposta come si evince dal titolo prevede l'installazione di telecamere all'interno delle sale operatorie al fine di avere un'immediata chiarezza, processi brevi e maggiore tutela sia per le vittime sia per gli operatori sanitari. Giustizia e verità sono i valori fondanti di questo progetto e il problema della violazione della privacy - secondo i promotori - è superabile con la firma del consenso informato.
È più di un'idea, una proposta di legge già lanciata che va ad intaccare un principio cardine di internet: l'anonimato online. Chiaramente c'è una collisione evidente tra le due cose. A onor del vero bisogna sottolineare che già oggi, in caso di reati, si può risalire all'autore (tramite indirizzo IP)ma se quest'ultimo è mascherato e il nome è falso tutto si fa più difficile. "L' odio online", con i documenti da esibire al momento dell'iscrizione sui social, potrebbe essere se non debellato completamente quantomeno ridotto drasticamente ed eliminerebbe anche il problema del limite d'età che gli stessi social danno (ad oggi facilmente aggirabile).
Un classico. Ad oggi la base di partenza è 200 giorni sui banchi di scuola e circa 13 settimane di riposo. Chi è per la diminuzione delle vacanze estive sottolinea come le attuali misure vadano a svantaggiare le fasce socio - economiche più deboli e portano vari problemi: esempio se entrambi i genitori lavorano e i nonni non possono accudire i nipoti, le nozioni acquisite durante l'anno scolastico che - secondo una scuola di pensiero - possono essere dimenticate a causa di una pausa estiva eccessivamente lunga, i budget delle famiglie meno abbienti messi a dura prova, solo per rimarcarne alcuni.
Anche questo tema viene più volte messo sotto i riflettori. Come noto ad oggi le normative rendono maggiorenne una persona una volta che questa raggiunge il 18º anno. Diversi partiti politici hanno provato senza successo a proporre un disegno di legge che consenta ai sedicenni di votare ma, al di là di questa dinamica, oggi a 16 anni, si entra in un "limbo" in cui non si è del tutto ne minorenni ne maggiorenni. “Per dare il voto ai sedicenni bisogna renderli maggiorenni" sottolineano alcuni costituzionalisti. Nel 1975 la soglia della maggiore età fu abbassata da 21 a 18 anni, dopo quasi cinquant'anni può esserci una nuova modifica? Il tempo darà la risposta a questo quesito.