Tra pochi giorni – il 17 marzo – la biblioteca comunale “Piergiovanni Salimbeni” di Dasà compirà cinque anni. Concretamente la struttura esiste da oltre un ventennio, il quinquennio sopraindicato rileva difatti semplicemente il periodo in cui l’immobile è stato usato per le funzioni con le quali era stato concepito.
Il 17 marzo 2018, in un incontro pubblico, il primo cittadino Raffaele Scaturchio aveva esposto a concittadini e non i frutti di un lavoro – partito ufficiosamente nella calda stagione antecedente - con risvolti notevoli: primariamente la presenza di libri [reperiti da amministratori passati ma inesplicabilmente assenti sino ad allora in sede] ma anche tavoli e scaffalature. Oltretutto, alla presentazione di un volume, “Ragazza del sud” di Titti Preta, si andò ad accorpare una degustazione di prodotti tipici locali: un unicum dacché questo abbinamento non fu più replicato. I nuovi servizi, possono indubbiamente essere ascritti tra le più considerevoli migliorie apportate dall’attuale sindaco nella sua prima consiliatura [2016- 2021]. A onor del vero bisogna però rammentare due dinamiche, fondamentali nell’effettuazione di quanto suddetto: i partenariati con il liceo statale “Vito Capialbi” e il Sistema bibliotecario vibonese; se i primi – tramite l’Alternanza scuola-lavoro fatta da alcune studentesse - hanno rassettato il luogo, la profferta dell’istituzione culturale [ulteriori volumi e “Letture ad alta voce”, con quest’ultime espletate sporadicamente anche dalle allieve] è stata propedeutica alle prestazioni tuttora offerte. Tra i conferenzieri di quell’iniziativa – non casualmente - c’erano anche rappresentanti dei presidi appena citati.
La collaborazione con la scuola secondaria di secondo grado, si concluse in modo naturale pochi mesi dopo; il dirigente scolastico Antonello Scalamandré donò tra l’altro nuove opere che – congiuntamente a quelle recapitate da dasaesi e autori del circondario – arricchirono le “proposte letterarie”. La cooperazione Comune – Sbv, invece, c’è ancor oggi ed è stata altamente produttiva nel lustro passato: oltre i due campi estivi in sinergia – attuati dalla sigla della città capoluogo - l’Amministrazione è stata fiancheggiata da bibliotecari vibonesi – precisamente nella scelta dei titoli - per due bandi volti a sostenere la filiera editoriale, [il periodo di riferimento è il biennio 2020-2021]. Gli impegni ludico/culturali, sono stati sostenuti dal “MiC” che ha erogato 8.341,25 € - 4.472,57 € nel 2020 e 3.868,68 € nel 2021 – cosi come l’acquisto di nuovi testi con quasi 7.000 euro totali, 2.143,26 nel 2020 e poco più di 4.600 € l’anno dopo. Da questa vicendevole assistenza, nasce anche il progetto “Nati per leggere”; Dasà è l’unico comune della zona che ha uno spazio dedito all’iniziativa pedagogica [libri per bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni].
I fondi dati a suo tempo dal ministro Dario Franceschini, erano chiaramente destinati al capo dell’esecutivo dasaese che con quel finanziamento, non ha solo incrementato il patrimonio librario ma lo ha anche ammodernato. Oggi, nella stanza adibita per la lettura e lo studio, sono disposti oltre 1000 volumi «i più recenti – spiegano alcuni interlocutori – sono stati pubblicati proprio tra il 2020 e il 2022 [il bando uscito nel 2021 poteva essere completato anche nei mesi successivi] quindi neanche un anno fa». A cavallo tra il 2019 e il 2020, per giunta, l’edificio in questione ha subito un importante restyling e alcune aree, ad esempio i servizi igienici, sono stati rifatti ex novo. Da ultimo, la compagine amministrativa aveva recentemente garantito l’apertura della stanza tramite Lsu prima e volontari di servizio civile – luglio 2021 – luglio 2022 dopo; quest’ultima esperienza, salvo colpi di scena, sarà replicata a breve [al momento i servigi vengono svolti da volontari].
Paradossalmente, le “difficoltà” più grosse riguardano i fruitori: «Solo sessantacinque prestiti da febbraio 2020 ad oggi, fatti abitualmente ai soliti, nemmeno una decina, in rapporto – la registrazione è gratuita - a manco trenta iscritti. A ciò vanno aggiunte le occasionali aperture, fatte a favore degli studenti universitari che ne fanno richiesta», questa la constatazione perentoria di chi frequentemente utilizza i registri. Per completezza d’informazione e parlando diffusamente di “cultura”, si possono analizzare anche gli “eventi formativi” organizzati dalla locale Associazione culturale, come presentazioni di volumi, confronti su intellettuali rinomati e via dicendo, proposti al pubblico di sovente: fatta eccezione per autori locali o personalità autorevoli del circondario, non c’è una presenza rilevante; ciò, a scanso di equivoci, nonostante il gruppo menzionato faccia tutto quanto di sua pertinenza per la riuscita di tali idee. Una ragione in più, oltre quelle nominate in precedenza, per chiedersi quanto teniamo alla cultura.