La Pro loco di Acquaro sta acquisendo una certa rilevanza nel Vibonese: la dinamica è singolare ma suffragata dai fatti. Nel passato, le associazioni dell'Alto Mesima hanno mantenuto una certa neutralità e impassibilità dinanzi ad alleanze sociali che prevedevano uno sconfinamento dal proprio comune o circondario ma recentemente - almeno nel sodalizio predetto - qualcosa sta cambiando. La motivazione dominante sembra essere la variegata e vasta rete di collaborazione, che il gruppo guidato da Giuseppe Esposito ha creato - volontariamente o necessariamente - con professionisti ed enti [non solo calabresi]. In tal senso, all'ente turistico va riconosciuta l'originalità e l'attitudine a captare congiunture e circostanze favorevoli, tuttavia le qualità elencate richiedono anche uno studio analitico e intrepidezza. Questo modus operandi ha permesso alla sigla di “giocarsi bene le proprie carte”, con la consapevolezza che anche la peggiore delle ipotesi [la cessazione di ogni contatto ad evento o progetto concluso] avrebbe comunque significato concorrere alla crescita e al benessere degli acquaresi e non solo. Il resto lo ha fatto la diligenza e persistenza dell' organizzazione; oggi la Pro loco oltre ad aver accresciuto la sua immagine rappresenta una garanzia per chiunque vuole lanciarsi in iniziative filantropiche o culturali. La partecipazione ad un evento contro la violenza sulle donne [a Pizzo il 26 novembre scorso], al corteo silenzioso contro le atrocità delle guerre [mercoledì a Vibo Valentia] e al webinar dal titolo “La Natività nella storia dell'arte” [sabato scorso] testimoniano appieno quanto argomentato nelle righe precedenti,ossia l'attrattiva dell'associazione [le manifestazioni succitate sono promosse da altri, i quali hanno voluto invitare il gruppo del borgo montano]. Non è dato sapere quanto durerà questo stato di grazia ma gli ultimi accadimenti sono sufficienti per dire che 'la Pro loco di Acquaro sta andando oltre Acquaro'.