Con giovialità e il sorriso stampato sulle labbra: così veniamo accolti a casa di Francesco e Anna, una coppia del Vibonese che avrebbe centomila motivi per avere espressioni facciali e tendenze diametralmente opposte rispetto a quelle citate; nel racconto che ci approcciamo a fare di usuale c'è poco, e solo conoscendo la vicenda che ha portato alla creazione di questa famiglia si può capire appieno il potere e l'energia delle azioni dette in apertura.
Un uomo su una sedia a rotelle e una donna concentrata sugli studi: la storia di Francesco e Anna parte così, uno è stato lasciato da poco e la sua malattia è evidente e chiara [prima di tutto allo stesso], l'altra è agli albori della vita professionale che ha sempre voluto e sognato, un proponimento che non prevede distrazioni; due rette contrapposte. «L' ho vista su Instagram, mi è piaciuta da subito e le ho mandato un messaggio scrivendole che è bellissima» ci racconta il giovane. Una cosa ordinaria per gran parte dei maschi a differenza di quello che ci viene detto poco dopo:«Lei doveva essere mia, sin dal primo messaggio avevo chiaro nella mia testa che non mi sarei fermato per nulla al mondo». Una motivazione forte – forse l'unica – capace di dare un senso al susseguirsi della vicenda; sei mesi interi di chat quotidiane ignorate o con risposte brevissime che non lasciavano spazio ad una continuazione della comunicazione [cosa che accadeva comunque raramente e che per chi scriveva rappresentava il risultato più alto]. «Non ci pensavo proprio, non lo calcolavo — ci dice con sincerità Anna – ma non per qualcosa su lui o la sua situazione [che avevo saputo attraverso i giornali e la tv] semplicemente perché avevo altri pensieri che assorbivano completamente la mia testa». Un semestre in cui il 32enne ha fatto di tutto, omaggi floreali a go go e altri regali fatti pervenire nel bel mezzo di cene o momenti di spensieratezza che la giovane viveva in compagnia [con la complicità dei suoi amici che lo assecondavano in tutto, presentandosi a nome suo e portando ciò che lui voleva nei luoghi frequentati dalla corteggiata], tutto ciò tenendo conto della cosa più importante bypassata con incoscienza: «In realtà durante questo periodo — evidenzia sorridendo il santonofrese – io non sapevo se lei era fidanzata, si sentiva con qualcuno o aveva in mente un'altra persona». Le rarissime risposte, per giunta stringate, non fornivano elementi neanche in questo senso; se poi si aggiunge il fatto che chi riceveva gli apprezzamenti è una persona riservata al massimo il muro appariva invalicabile. Un lavoro certosino anche questo, qualche informazione reperita di qua e di là ma mai con certezza assoluta in nessun senso. Per arrivare alla prima uscita insieme deve passare quasi un anno; qualche giro in zone limitrofe e due chiacchiere con lui che gioca ormai a carte scoperte e lei chiara e diretta «non illuderti», una barriera frapposta anche concretamente negli incontri: nulla che potesse dare un minimo cenno di speranza.
È quando Francesco deve andare a Messina per degli accertamenti che cambia qualcosa: un soggiorno di tre mesi che porta la 33enne ad avere “il magone” e un nodo in gola, pensando che per oltre 90 giorni i contatti sarebbero stati solo virtuali e che comunque i chilometri di distanza non erano più pochi; sensazioni inequivocabili che le fanno capire che qualcosa dentro è mutato. «Gli avevo promesso che prima del ritorno in Calabria sarei andata a trovarlo e ho adempiuto a questo impegno; sono arrivata in Sicilia con i miei amici e nell'ospedale - ci dice commossa - c'è stato il nostro primo bacio. Pensa – conclude – che abitualmente il primo bacio avviene in altri tipi di posti ma il nostro è avvenuto in un nosocomio».
Nelle righe precedenti abbiamo riportato quanto accaduto materialmente, tuttavia la battaglia più dura è stata – simultaneamente – nella testa dei due. Quei duelli testa - cuore che ognuno/a ha vissuto almeno una volta nella vita in Francesco toccavano l'apice. «Conoscendo la mia situazione – ci racconta – ero pienamente consapevole di cosa comportava la scelta di una donna di avermi come partner: un impegno gravoso quotidiano e a vita. Non a caso – continua – ho allontanato volutamente numerose donne [che comunque non mi prendevano quanto Anna] con cui magari messaggiavo di tanto in tanto prima di vedere sui social mia moglie [che da quel momento ovviamente ha avuto l' esclusiva] e che non sentivo pronte per quello che la situazione richiedeva. Sapevo che l'avvio di una relazione significava inguaiare la vita dell'altra». La dichiarazione – indiretta – più struggente d'amore arriva però a stretto giro: «Per Anna avevo sentimenti talmente profondi – afferma – che se avessi saputo e capito con certezza assoluta che c'era un altro uomo che teneva a lei e l'amava in egual modo al mio avrei fatto un passo indietro; a lei non avrei detto il perché ma ciò sarebbe avvenuto per garantirle una vita e un futuro diverso da quello che poteva avere con me». La lotta interna e parallela di Anna è l'altra faccia della medaglia: «Riuscirò ad assolvere a questo impegno per il resto dei miei giorni? Sarò all'altezza di ciò che la situazione richiede?» Dilemmi esistenziali che si sarebbero conficcati nella testa di ognuno, anche di chi ha i migliori propositi di questo mondo. Un senso di inadeguatezza legato non tanto alla forza di volontà ma ad una situazione più grande di te, nel quale avverti che anche mettendocela tutta non riuscirai a sopperire completamente alle necessità di ogni giorno.
Uno dei passaggi cruciali del nostro racconto è il confronto tra Anna e suo papà, un dialogo che arriva non per avere il permesso o il consenso alla relazione – sui suoi sentimenti la sangregorese era ferma e irremovibile – ma per cercare conferme, visto che era sopraffatta da un'infinità di paure: «Ho chiesto a mio padre se mi appoggiava e supportava in questa relazione, se mi vedeva pronta per gli impegni che mi aspettavano» racconta la donna, sottolineando anche come «La casa destinata a me era praticamente pronta ed era creata come la volevo io, un ipotetico matrimonio con Francesco avrebbe però portato a considerevoli modifiche in gran parte dell' abitazione [per adattarla al futuro marito] cosa che comportava ovviamente un ulteriore sforzo economico». Da quello che diventerà il futuro suocero di Francesco arriva subito un si fermo e deciso; l'uomo inizia a cambiare o abbattere letteralmente determinate zone dell' edificio, senza batter ciglio e ripartendo daccapo. «Tu non sai quanto ho pianto io – confessa la figlia – a vedere mio papà buttato lì, a correggere le indicazioni che io stessa le avevo dato in passato e con ulteriori spese». Ma se la famiglia ha idee chiare altrettanto si può dire di chi vive e segue la storia da fuori, vale a dire tutte le persone che in paese e non solo conoscono Anna. “Cui tu facia fara [chi te lo fa fare], lascialo stare e trovati altro, puoi avere di meglio”, sono queste le frasi che l'innamorata si sente dire quotidianamente e con convinzione; affermazioni legate a ciò che il suo ragazzo sta vivendo, un invito chiarissimo ad evitare e guardare oltre con un ‘carico’ che rischia di far saltare tutto. “Tuo padre ti ha detto di sì solo per non darti un dispiacere, per non sembrare il cattivo della situazione ma in realtà neanche lui vuole ciò per te”, la donna si sente dire anche questo, le viene insinuato un dubbio che farà fatica a togliersi. Queste parole la colpiscono profondamente e la toccano sul piano emotivo, facendole rimettere tutto in discussione.«Sentendomi dire queste cose spesso – afferma – dopo un pó di mesi io stessa ho iniziato a pensare che ciò potesse essere vero, mettendo in discussione ciò che avevo sentito con le mie orecchie nelle settimane scorse». La conseguenza di questo dilemma è un ulteriore confronto con il genitore, invitato dalla figlia a confermare o meno; questa volta il padre non solo torna a dire le stesse cose ma le giura davanti alla tomba del nonno di Anna: è l'azione che cala il sipario su dicerie e perplessità.
La tappa più importante di questa bellissima storia arriva nell'estate del 2022; Anna e Francesco si giurano amore davanti a Dio, il punto esclamativo che spazza via con forza tutti gli interrogativi. In uno dei tanti video realizzati per l'evento la voce di Anna dice:«Il mio cuore è nel palmo delle tue mani» mentre Francesco dice «Sei le mie gambe che mi fanno camminare». Frasi che a primo acchito possono sembrare di circostanza ma sentite sapendo tutta la storia sono il manifesto della quotidianità della coppia; Francesco è tetraplegico e sua moglie lo deve assistere praticamente in tutto [negli spostamenti, nell' alimentazione, nel vestirsi e in tante altre cose]. «Le difficoltà ci sono – evidenziano i due – ma ci siamo organizzati talmente bene che riusciamo a fare tutto» e in tutto ciò Anna lavora, è riuscita a realizzarsi anche professionalmente. La sofferenza c'è, e in quanto tale i due la riconoscono e rispettano, ma insieme hanno imparato a starci dentro e guardarla negli occhi senza paura. Sorridono anche quando Anna parla delle volte in cui il suo Francesco le scivola, una delle tante istantanee della loro quotidianità, di una famiglia che riesce comunque a ritagliarsi i suoi spazi ed essere felice nella semplicità; e mentre ci salutano con la stessa giovialità e lo stesso sorriso con cui ci hanno accolto è ormai evidente che non siamo soli: con le gambe di Anna e il cuore nelle mani di Francesco, Cupido gira tranquillamente e quotidianamente in quella casa, con sobrietà e uno sguardo meraviglioso.