Valentino Papillo è un giovane chef, da pochi mesi alla guida dell'agriturismo “Tenuta del barone”, una struttura creata di sana pianta dal padre a Dasà. Abbiamo fatto una chiacchierata con lui parlando di cucina ma non solo: di seguito le domande dell'intervistatore [I] a Valentino [V].
I: Qual è la pietanza più richiesta nel tuo ristorante? E secondo te perché è la più richiesta? V: «Nel mio ristorante i piatti più richiesti sono le tagliatelle agli scampi e le tagliatelle ai porcini. Penso che siano così apprezzati perché combinano ingredienti freschi e locali con la tradizione della pasta fatta in casa, offrendo sapori autentici».
I: Qual è il prodotto alimentare più buono che si può trovare nelle nostre zone secondo te? V: «Gli agrumi della Calabria, in particolare i limoni e le bergamotte sono un’eccellenza unica. La loro freschezza e il loro profumo donano un carattere speciale a qualsiasi preparazione».
I: Cosa ti piace cucinare di più e perché? V: «Amo cucinare i piatti di pesce, perché mi permettono di lavorare con prodotti delicati e di esaltarne i sapori naturali; inoltre le infinite possibilità di preparazione lasciano spazio alla creatività».
I: Cosa significa gestire un’attività come la tua nelle nostre zone? V: «Significa avere autenticità per valorizzare il territorio e le sue eccellenze, resilienza per superare le difficoltà di un contesto complesso e condivisione per far sentire ogni cliente a casa e creare un legame unico».
I: Ti piacerebbe un giorno insegnare la tua arte ai più piccoli e/o ad altri giovani? V: «Sì, mi piacerebbe moltissimo. Insegnare significa tramandare una tradizione e condividere una passione, oltre a dare nuove opportunità alle generazioni future».
I: Cosa rappresenta nella tua vita la cucina? V: «Il mio linguaggio universale, il mezzo attraverso cui esprimo emozioni, racconto la mia storia e creo esperienze uniche per chi assaggia i miei piatti».
I: Quali valori vuoi trasmettere attraverso i tuoi piatti? V: «Semplicità per esaltare il gusto degli ingredienti di qualità, autenticità per raccontare il territorio e la mia esperienza personale e genuinità per creare piatti che riflettano amore e dedizione».
I: Cucina e tanto verde, c’è altro che vorresti aggiungere alla tua struttura che secondo te è importante? V: «Vorrei trasformare la mia struttura in un villaggio esperienziale, aggiungendo un piccolo negozio per vendere i nostri prodotti locali, un grande orto per educare i visitatori sulla produzione sostenibile, giochi per bambini per creare un ambiente adatto alle famiglie, un ristorante gastronomico e una pizzeria per soddisfare tutti i tipi di palato».
I: In quali aspetti come gestione e cucina pensi che puoi ancora migliorare? V: «Nella gestione migliorando la comunicazione interna e ottimizzando i costi operativi, nella cucina approfondendo tecniche innovative come la cucina molecolare e perfezionando i dettagli».
I: Cosa cambia tra un ristorante del Lussemburgo – dove Valentino ha lavorato – e uno della Calabria? V: «In Lussemburgo i clienti sono meno esigenti sulla qualità dei piatti; cercano cose buone ma non sono così attenti ai dettagli come in Calabria, dove ogni sapore viene analizzato e apprezzato con cura».
I: Quando cucini ti piace restare sul classico oppure sperimentare e provare sempre di più? V: «Amo mescolare la tradizione calabrese con la mia esperienza nella cucina francese, creando piatti che combinano tecniche raffinate e ingredienti locali. Il mio obiettivo è sorprendere il cliente con ogni piatto, offrendo un equilibrio tra il conosciuto e l’inaspettato».