A quasi cinque anni dall'incendio – datato 11 marzo 2020 e a cui fa riferimento la foto di copertina – il Comune di Dasà ha emesso un'ordinanza di demolizione/ripristino per uno degli immobili interessati dalle fiamme: il documento riguarda un fabbricato di Via Indipendenza che complessivamente comprendeva otto alloggi. Si tratta di case popolari, e sin da principio l'Aterp (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) aveva invitato il sindaco a trovare un nuovo alloggio agli inquilini, in attesa di verificare la fattibilità di un intervento di recupero e – si legge nella relazione di allora – i costi/benefici che lo stesso intervento avrebbe richiesto; “A conclusione dell'emergenza sanitaria – scriveva l'Aterp riferendosi al Coronavirus – sarà cura di questa Azienda concordare con codesta Amministrazione apposito programma operativo atto a risolvere la problematicità”. Un passaggio che non si è mai materializzato e se non si contano danni a persone o cose è solo per fortuna: un quadriennio e oltre di trascuratezza che ha portato criticità rilevanti sia a livello sanitario (sporcizia e roditori) che strutturale (caduta di calcinacci). Sotto quest'ultimo aspetto va segnalato quanto verbalizzato dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Vibo Valentia, accorso sul posto lo scorso 7 febbraio: “distacco dell'intonaco in alcuni punti della facciata, pezzi di davanzale pericolanti e altri infissi con pezzi di vetri rotti e pericolanti”; per gli operatori che sono intervenuti “si rende necessario un immediato intervento di manutenzione straordinaria per il ripristino e la messa in sicurezza di tutte le parti interessate dell'immobile”. Il rischio di crollo è insomma concreto ed elevato per tutte le parti chiamate in causa, da qui l'ordinanza del primo cittadino Raffaele Scaturchio che come predetto ha chiesto all'Ente pubblico la demolizione o il ripristino dell'edificio entro trenta giorni (a decorrere da oggi).