La Penna Rossa

Una famiglia americana ha acquistato tre case a Dasà

Ecco perché e le loro dichiarazioni
19/03/2025
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Il percorso dell'associazione Dásos Eliés ha registrato un'altra evoluzione: la sigla sociale, che da un triennio ospita e 'coccola' i vacanzieri che raggiungono il paese di Dasà da oltreoceano, ieri ha accolto nuove persone: i Glaesser hanno preso dimora nel borgo montano dopo un iniziale – e a posteriori decisivo – soggiorno. Il comune delle Preserre vibonesi è una delle aree maggiormente colpite dall'emigrazione, motivo che porta a definire l'investimento di Kurt – che con se porta moglie e quattro figli – un unicum. Non a caso a porgere il primo saluto ai nuovi arrivati c'erano rappresentanti e delegati di istituzioni e sodalizi del centro vibonese: sindaco, parroco, presidenti di associazioni e tutti i componenti dell'aggregazione che ha promosso l'iniziativa. «Che questo sia per voi un luogo di felicità e nuove meravigliose storie», ha asserito il primo cittadino Raffaele Scaturchio donando una targa al gruppo di persone. Antonella Scarmozzino, che ha preso la parola in rappresentanza di Dásos Eliés, ha invece descritto le emozioni provate: «La vostra scelta è per noi motivo di grande orgoglio – ha spiegato la vicepresidente – perché significa che in Dasà avete trovato qualcosa di speciale; un luogo dove il tempo scorre ancora lentamente, le tradizioni si tramandano di generazione in generazione e ogni angolo racconta una storia». I priori delle due confraternite mariane, Giuseppe De Nardo per quella dell'Immacolata e Domenico Conidoni per quella del Rosario, hanno donato delle palme e piccole croci (preparate sempre con la stessa pianta). Le parole e i gesti sopraindicati hanno interrotto parzialmente il momento di convivialità che ha fatto da cornice a questa manifestazione, con canti popolari e ballo della tarantella che hanno impreziosito ulteriormente il momento.

Le dichiarazioni della famiglia

«Quando siamo venuti qui la prima volta ho chiesto ad Eva – Santaguida ndr – cosa potessimo fare per aiutare il suo progetto», ci racconta Robyn Glaesser, la moglie di Kurt Glaesser, e lei ci ha detto che stavano lavorando sulle case che dovevano ospitare i viaggianti. Era il mese di maggio e io andavo ogni sera a messa – la famiglia è molto cristiana – pregando la Madonna; in uno di questi momenti ho sentito che il mio sostegno alla causa poteva materializzarsi acquistando case: sono scoppiata a piangere e ho subito avviato l'iter». Le affermazioni più importanti arrivano però successivamente: «Per noi – continua la signora che con il marito ha acquistato tre case – non è importante rientrare dall'investimento ma dare una mano facendo conoscere questa realtà; non sono io che ho scelto Dasà è Dasà che ha scelto me, facendoci venire qua e con nuove conoscenze». Gli americani ripartiranno tra poche ore e torneranno orientativamente tra due mesi: «Al momento – sostengono – il lavoro (sono entrambi dottori) e le scuole frequentate dai figli non ci permettono un trasferimento definitivo, verremo però sporadicamente e quando andremo in quiescenza contiamo di stabilizzarci qui».

Cosa cambia concretamente

Concretamente l'investimento dei Glaesser, che non hanno escluso un impegno economico su nuovi edifici, aumenta notevolmente il numero di case acquistate dagli americani: adesso in totale sono sei (i compratori sono due famiglie e un uomo). Cinque di esse andranno a costituire quello che tecnicamente viene definito un “albergo diffuso”, vale a dire una struttura ricettiva con gestione unitaria in cui però stanze e spazi interni non sono confinanti ma dislocati sul territorio comunale. Un impiego da pensare in maniera complementare con i negozianti del posto: «L'idea – ci dice Robyn – è usare voucher o altri metodi che portano i turisti a fare colazione nei bar e i pasti nei ristoranti del luogo, un po' come abbiamo fatto noi quando siamo venuti qui». La più piccola dei figli, in occasione della processione di San Giuseppe, è stata notata con l'abito della Confraternita dell'Immacolata, segno tangibile che l'integrazione tra la famiglia e la comunità dasaese sta avvenendo a 360 gradi.

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