Domenica pomeriggio, alle ore 17:30 nella chiesa matrice di Dasà, verrà consegnato il premio 'Ncrinata; quella dei prossimi giorni sarà la sesta edizione – negli anni 2020 e 2021 la cerimonia era stata sospesa a causa della pandemia – e come da prassi attenzionerà due figure: ogni Pasqua il Comitato festa, di comune accordo con il sacerdote, seleziona una personalità calabrese e una paesana che secondo i promotori dell'iniziativa si sono distinti nel loro settore di competenza, o più genericamente hanno contribuito al bene comune e alla crescita del territorio. Per il 2025 la scelta è ricaduta su Nicola Manno e Bartolo Mercuri.
Manno, attualmente in quiescenza, è un cittadino del posto che per più di un trentennio ha prestato servizio nella comunità, è stato professore alla scuola media e ha lavorato al Comune; il suo nome però è collegato prevalentemente all'impegno per la Parrocchia: ha ingegnato l'impianto meccanico che permette alla statua della Madonna della Consolazione di essere spostata dalla propria nicchia, facendola arrivare fino al pavimento in pochi secondi, un unicum nell'hinterland, dove per mettere o rimuovere i simulacri dai loro spazi abituali è richiesta una presenza significativa di persone e un lavoro accurato per non danneggiare le sculture. Per diverso tempo è stato anche priore della Confraternita del SS.Rosario, creando il sepolcro del venerdì santo: con le stoffe fornite dal succitato ente ecclesiastico e il cartolame donato dalla famiglia Valentino, il dasaese assemblava tutto con arte e diligenza; nell'ultimo periodo, vista l'età, il montaggio viene eseguito dai membri della predetta congrega.
Bartolo Mercuri è un volontario di 68 anni. La sua conversione avviene nel 1989, mentre è in carcere; uscito dal penitenziario, si avvicina ai valori del Rinnovamento nello Spirito – un'aggregazione laicale cattolica – ed inizia ad aiutare i più poveri: fonda una sua associazione, “Il Cenacolo”, che ha sede centrale a Maropati – nel Reggino – e dal 2000 è un punto di riferimento per famiglie italiane in difficoltà ed immigrati. Quest'ultimi lo chiamano “Papa Africa”, visto che il calabrese fa avanti e indietro tra tendopoli e baraccopoli della Piana di Gioia Tauro, portando alimenti, vestiti e medicinali che gli vengono donati da Parrocchie, Banco alimentare, negozi o singoli. É un piccolo commerciante di mobili, ha quattro figli – di cui uno sacerdote – e grazie alla solidarietà di numerose persone è riuscito a riacquistare due pullman, che gli erano stati bruciati in quanto per come testimoniato dallo stesso «non dovevo aiutare i migranti». Lo scorso 28 agosto al termine dell'udienza generale ha incontrato papa Francesco, assieme ad una rappresentanza del sodalizio che guida; il suo gruppo attualmente ha 7000 assistiti e ad italiani e africani si sono aggiunti gli ucraini. «É iniziato tutto perché l'ha voluto Dio», ha asserito l'uomo in alcune interviste: tra queste ci sono quelle concesse ad un rinomato giornalista Rai, Domenico Iannacone, con cui Mercuri parla degli 'invisibili' annoverando tra questi «anche quelli che vediamo ma facciamo finta di non vedere»; un richiamo tanto semplice tanto forte a quei valori di solidarietà e umanità che lo stesso porta avanti da anni, e che verosimilmente hanno portato i membri del Comitato festa ad assegnargli il riconoscimento.