La Penna Rossa

Dasà food fest, esordio da record: il gusto della tradizione unisce e conquista tutti

Un’organizzazione condivisa, la valorizzazione dei prodotti fatti in casa e una comunicazione mirata: così la prima edizione della kermesse ha trasformato un piccolo borgo in un punto di riferimento per la gastronomia locale
27/08/2025
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Sembra aver avuto consensi unanimi la prima edizione del Dasà food fest, l'evento enogastronomico organizzato nel centro vibonese pochi giorni fa. La manifestazione, nata concettualmente dall'associazione Dásos Eliés, si è materializzata grazie al patrocinio del Comune, il sostegno di Pasta Grammar e Calabria food – due canali social sull'arte culinaria con molti follower – e la partecipazione di 15 sigle; al progetto, infatti, hanno aderito sei aziende locali e nove associazioni: oltre al sodalizio che ha concepito l'iniziativa, le due Confraternite, il movimento Aquila rossa, l'Associazione culturale, la Nuova Ada, e tre enti turistici (le Pro loco di Acquaro, Arena e Pizzoni).

Tutti gli organizzatori avevano raggiunto un accordo nelle scorse settimane, per allestire stand nei quali proporre cibo o bevande di tipologie diverse ma abbinabili tra loro, una scelta non scontata in questo genere di fiere e che a conti fatti ha influito positivamente.

Anche l'incognita legata alla data è stata superata: la calendarizzazione del festival nell'ultima decade di agosto, vale a dire con un importante controesodo estivo in corso, ha si inciso, ma in maniera marginale.

I numeri

A fotografare perfettamente la situazione sono i numeri: le persone stimate, provenienti non solo dall’hinterland, sono state più di 1500. I ticket staccati – ossia i biglietti con i quali era poi possibile accedere alle postazioni – sono stati invece 5mila: dati inavvicinabili, per eventi analoghi, nel borgo montano (dove, nelle migliori delle ipotesi, vengono consumati circa 200 pass).

La comunicazione

A giocare un ruolo determinante è stata anche la pubblicizzazione: ad occuparsene è stata Dásos Eliés, che a riguardo ha agito con lungimiranza. Il sodalizio ha iniziato a parlarne internamente a maggio, elaborando contenuti e proposte per le altre sigle in poco più di un mese: il primo post apparso sui social è infatti datato 17 giugno. A ciò va però aggiunta la campagna pubblicitaria crossmediale (vale a dire sfruttando tutti i mezzi di comunicazione), per la quale il gruppo si è affidato a un’agenzia media, decisione che ha inciso in maniera significativa sul numero dei partecipanti.

Il sapore della tradizione garantito dai volontari

“Ogni morso é tradizione”, recitava lo slogan abbinato al logo della kermesse. Una frase semplice ma al contempo impegnativa. Più della metà delle bancarelle, come accennato, erano gestite da associazioni. Ogni gruppo ha preparato in autonomia le proprie specialità, cucinando in casa (o al momento), evitando così cibi confezionati o industriali. Un lavoro di grande entità – tra le altre cose, a ognuno veniva chiesto di cucinare per almeno 500 persone – reso possibile grazie all’impegno reale e instancabile dei volontari appartenenti alle organizzazioni no profit.

Tra i contributi da ricordare, va segnalato anche l’apporto di alcune maestre della Scuola dell’infanzia locale. Gli oggetti ornamentali collocati poco sopra la chiesa matrice – che hanno reso la strada ancora più colorata e accogliente – sono stati infatti realizzati e donati dalle educatrici. Lo scorso anno scolastico, le stesse avevano riscosso grande successo con un laboratorio sul riciclo, intitolato “Metamorfosi di una bottiglia di plastica”.

Un evento che ha saputo unire comunità, tradizione e qualità, dimostrando che, quando l’impegno è autentico e condiviso, anche nei piccoli borghi possono nascere iniziative di grande valore.

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